Al mio allievo Luigi DAL MASO
Luigi, ti abbiamo conosciuto nell’agosto 1967, eri appena arrivato alla
1^ Compagnia, e ci colpisti perché ti vedevamo tanto giovane, la
barba appena si notava sulle tue guance sempre rosse. Il tuo carattere
esuberante ti pose subito in competizione con tutto il 4° corso e successivamente
con tutta la Compagnia. Pretendesti molto dal tuo giovane fisico per ottenere
i migliori risultati, e li ottenesti, specialmente nell’alpinismo e nello
sci, diventando un ottimo istruttore. Da giovane Sergente Maggiore eri
già un mito tra i giovani colleghi. Poi ci lasciasti improvvisamente,
forse il nostro Reparto, nonostante i molteplici impegni addestrativi in
ogni parte d’Italia, ti stava un po’ stretto. Volasti sui mari freddi dell’Europa
del Nord per immergerti in piccole campane a grandi profondità alle
quali noi incursori non immaginavamo mai di poter arrivare. Poi tornasti
a Livorno e noi ti fummo nuovamente vicino, ti ricordavamo ancora con affetto,
non ci sentivamo traditi perché ci avevi abbandonati, ti conoscevamo,
ti misuravi sempre con le grandi imprese. Sei riuscito a diventare un Campione
d’Italia, in uno sport esaltante ma pericoloso, sicuramente anche il paracadutismo
ti ha indicato il limite massimo raggiungibile. Adesso, un banale incidente,
un’esosa fatalità ti ha voluto sottrarre ai tuoi cari e a tutti
noi. Affranti da un forte e indescrivibile dolore, i tuoi familiari ricorderanno
il tuo amore e le tue imprese improponibili in questi tempi con valori
diversi, noi testimonieremo sempre di che tempra era fatto l’incursore
Luigi.